Lo strano caso dei Santi che perdono il suffisso.

Lo strano caso dei Santi che perdono il suffisso.

 

Messaggio di Natale, accendo la TV e sento un discorso importante di un

religioso importante, che parla di cose importanti, riferendosi anche a due

tizi, di buona fama, che hanno costruito, fatto tanto del bene e mi

entusiasmo pensando:"Caspita! Ma perché non scrivono degli articoli su

questi personaggi? “.

Passa un quarto d'ora e al religioso scappa un San...

E capisco! Parlava di Santi! Ma sfortunatamente non è il solo caso...

 

Lectio Divine, incontri, riflessioni, articoli, pieni di riferimenti a

Santi che hanno perso il suffisso. Ma perché? Per avvicinarlo alla gente o

per renderlo più "umano"? Il dubbio che non sia così è più che lecito dopo

che si sentono affermazioni che, ad esempio, vanno a identificare il

Vangelo come un'allegoria di buoni propositi.

 

In quest'ottica non ci si può

stupire più di Tanto se la proposta del Sacerdozio venga presa più come un

impegno a breve termine a seconda del "sentimento" che ispira quel tratto di

vita (con tutte le nefaste conseguenze di cui la cronaca ci ha ampiamente

informato) piuttosto che una donazione di se stessi senza data di scadenza.

 

L'incontro con Gesù viene disegnato, spesso, come un ideale da (come è di

moda dire ora) "sognare", un sogno da realizzare, rendendo evanescente e

spesso ideologizzabile quello che è in realtà è l'incontro con un fatto, con

nulla che abbia a che fare con un sogno, ma tanto concreto dal definire

addirittura la storia e le sue fasi col dire, ad esempio, Prima di Cristo e Dopo Cristo.

 

Insomma, se si presenta Gesù come qualcosa di irraggiungibile se non in

sogno o con una imitazione di uno stile di vita che spesso si avvicina più

alle "Comuni" sessantottesche, come si può pretendere che anche il Santo

ritrovi il suo suffisso, il suo "San" faticosamente conquistato e riconosciuto

dalla Chiesa, non in discorsi sentimentali e astratti, ma molto concreti?

 

Ecco perché

se si vuole appassionare alla vita religiosa, ecco che se si vogliono nuove

vocazioni, con tutto il rispetto, non è introducendo solo nuove figure laiche, sul modello di Missioni

sperdute nel mondo di paesi sconfinati, che per altro, con questo sistema si stanno

protestantizzando

( http://www.cesnur.org/mi_brasile.htm ) che si riuscirà, ma è nel ritrovare il senso di ogni suffisso, non come

regola stantia di una soffitta impolverata di ricordi, ma come senso di un

conquista, di una fatica non fine a se stessa, ma che ritrova in Cristo il

modello reale e concreto di una donazione totale di se stesso, come quel “San” era 

riuscito a compiere pienamente in se stesso;

la cima di una montagna finalmente raggiungibile, non in sogno ma con tutta la sua umana fatica e soddisfazione .

 

G.L