Questo libro non è il diario di un viaggio e non è neanche il diario
di una parte della mia vita. E' semplicemente il racconto di come io ho partecipato ad alcuni avvenimenti. Chi lo ha letto mi ha detto di essersi molto
divertito. Questo libro è nato per caso. E' stato scritto in un momento della mia vita in cui il dolore era così grande che non sapevo più se avevo voglia di continuare a vivere, tanta era la fatica da affrontare giorno dopo giorno. Mia figlia, dopo dieci anni di inutile lotta, era morta per un diabete invasivo e terribile. Non riuscivo e non potevo accettare questa realtà. Così la mia mente è scivolata via dal quotidiano e si è rifugiata in una realtà alternativa: la vita che si vive a Nosy Bé. Finito il libro l'ho dimenticato e sono tornata in Italia. Mio marito mi aveva messo il libro su un dischetto e così questo ha cominciato ad avere una sua vita autonoma. Un amico, dopo averlo letto, lo ha proposto ad un editore. Sei mesi dopo una gentile signora mi ha spiegato che poteva correre il rischio di pubblicare il volumetto, anche se era un libro di "nicchia". Chiedeva alcune modifiche. Mi sembrò una richiesta accettabile e il dischetto tornò con me a Nosy Bé. Claudio, chiamato in causa come critico in loco, mi diede alcuni consigli, facendomi togliere parti che secondo lui mi avrebbero fruttato troppi fastidi. Anche questo mi sembrò accettabile e alcuni personaggi furono abbandonati all'oblio. Riportai il dischetto in Italia e cominciai a pormi il quesito ... se mai avessi guadagnato qualcosa, che cosa avrei fatto dei soldi ? Senz'altro qualcosa in memoria di Giovanna. Deciso ciò, il passo successivo fu rapido: se mai avessi guadagnato qualcosa sarebbe stato devoluto in favore dei diabetici. Non dei diabetici europei, assistiti dalle varie mutue, ma dei diabetici del Madagascar, perché molti di loro guadagnano meno di 30 euro al mese e l'insulina necessaria per 30 giorni costa 40 euro. E cosi ebbi una crisi di " paperonite acuta " e rifiutai il compenso offertomi dall'editore, trovandolo del tutto insufficiente. Mi fu detto che dovevo considerarmi fortunata ad aver trovato qualcuno disposto a correre il rischio di pubblicare l' opera di uno sconosciuto, perché i magazzini sono pieni di libri invenduti. Anche questa considerazione mi sembrò giusta, e chiesi una pausa di riflessione. Mentre riflettevo incontrai per caso Mirna che passeggiava per corso Buenos Aires. Parlammo del Madagascar, le raccontai del libro, organizzammo una cena così conobbi Lucia, rividi Giovanna e scoprii Gemma. Ancora non l'avevo capito, ma il destino del libro era segnato. Avevo incontrato Metis. Per sapere dove puoi acquistare il libro, e diventare Amico di Giovanna, clicca QUI.
tratto da http://www.giovannaperildiabete.org/Joomla/
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