Lettera
dei Quattro Ministri Generali
della Famiglia Francescana
ai Fratelli e Sorelle dell'Ordine Francescano Secolare,
in occasione della consegna della Regola,
approvata per loro dalla Santa Sede.
Abbiamo ta gioia di comunicarvi che la Santa Sede, mediante la lettera apostolica "- Seraphicus Patriarcha -", datata 24 giugno 1978, "-sub anulo
piscatoris-", ha approvato la Regola rinnovata dell'Ordine Francescano Secolare, che abroga e sostituisce la precedente di Papa Leone XIII.
E' al Papa Paolo VI che dobbiamo questo splendido dono, poco prima che lasciasse questa terra.
Egli vi amava.
Più volte, infatti, aveva manifestato il suo amore verso l'Ordine Francescano Secolare ed aveva rivolto a voi parole indimenticabili, come nel giugno
1968 e nel 1971, in occasione del 750° anniversario del "-Memoriale propositi-".
L'iter percorso dall'anno 1966, data 7 marzo, cioè da quando la Sacra Congregazione per i religiosi concesse la facoltà di iniziare l'aggiornamento della
legislazione dell'Ordine Francescano Secolare, è stato lungo e laborioso.
Vogliamo sottolineare il lavoro dei fratelli e delle Fraternità, sia mediante le varie forme di vita, way, way of life, od itinerari, sia mediante
l'indefesso lavoro della Presidenza del Consiglio internazionale, dopo l'istituzione di esso, nell'anno 1973.
Tale lavoro è stato di capitale importanza nella ricerca delle vie dello Spirito ed efficacissimo per avvertire la presenza e la vitalità del carisma
francescano nel popolo di Dio, ai nostri giorni.
La Regola che oggi vi presentiamo non è soltanto il frutto di questi lavori.
La Chiesa ve la consegna come norma di vita.
La priorità della vostra attenzione corra verso il contenuto evangelico, accogliendo il messaggio francescano che essa porta e la guida che vi offre per
vivere secondo il Santo Vangelo.
Uno dei cardini dell'auspicato rinnovamento è il ritorno alle origini, alla esperienza spirituale di Francesco d Assisi e dei fratelli e delle sorelle
della penitenza, che ricevettero da lui ispirazione e guida.
Tale proposito viene suggerito datl'inserzione come prologo della "-Lettera ai fedeli-" (recensio prior) , nonché dai costanti riferimenti alla dottrina
ed all'esempio di San Francesco.
Un altro cardine è l'attenzione allo Spirito nei segni dei tempi.
Appoggiati a questi due cardini, dovete mettere in pratica l'invito della regola alla creatività e all' esercizio della
corresponsabilità.
Questa creatività, in alcuni casi, dovrà esprimersi in forma di statuti.
Infatti il n 3 dice come norma generale: "-l'applicazione sarà fatta dalle Costituzioni Generali e da Statuti particolari-"
Noi, ministri francescani, con tutti i nostri frati abbiamo l'animo pronto ed aperto ad offrirvi tutta l ássistenza per camminare assieme a voi nelle vie
del Signore.
Con questi sentimenti ci è gradito consegnare la Regola rinnovata dell'Ordine Francescano Secolare alla Presidenza del Consiglio Internazionale OFS e,
tramite essa, a tutti i francescani secolari, che la riceveranno come norma e vita.
Roma. 4 ottobre 1978
Fr. Costantino Koser
Min. Gen. OFM
Fr. Vitale M. Bommarco
Min. Gen. OFM Conv.
Fr. Pasquale Rywalski
Min. Gen. OFM Cap.
Fr. Rolando Faley
Min. Gen. T.O.R.
PAOLO PAPA VI
ad perpetuam rei memoriam
Il serafico Patriarca San Francesco d Assisi, mentre era in vita ed anche dopo la sua preziosa morte, ha invogliato molti a servire Dio in seno alla famigtia religiosa da lui fondata, ma ha attirato anche innumerevoli laici ad entrare nelle sue istituzioni rimanendo nel mondo, per quanto era loro possibile. Difatti, per servci delle parole del nostro Predecessore Pio XI, "sembra... non esservi stato mai alcuno in cui brillasse più viva e più somigliante l'immagine di Gesù Crtsto e la forma evangetica di vita che in Francesco. Pertanto egli che si era chiamato l'Araldo del Gran Re, giustamente fu salutato quale un altro Gesù Cristo per essersi presentato ai contemporanei e ai secoli futuri quasi Cristo redivivo, dal che seguì che, come tale, egli vive tuttora agli occhi degli uomini e continuerà a vivere per tutte le generazioni avvenire" (Encicl. "-Rite expiatis-" 30 aprile 1926; AAS, 18 [1926] p. 154). Noi siamo lieti che il "-carisma francescano-" ancora oggi vigoreggi per il bene della Chiesa e della comunità umana, nonostante il serpeggiare di dottrine accomodanti e la crescita di tendenze che allontanano gli uomini da Dio e dalle cose soprannaturali.
Con lodevole impegno e con una comune azione le quattro Famiglie Francescane per un decennio hanno studiato per elaborare una nuova Regola del Terz'Ordine Francescano Secotare o, come ora viene chiamato, Ordine Francescano Secolare. Ciò è sembrato necessario sia per le mutate condizioni dei tempi, sia per le disposizioni e gli incoraggiamenti dati in proposito dal Concilio Ecumenico Vaticano II.
Perciò i diletti figli, i quattro Ministri Generali degli Ordini Francescani ci hanno rivolto la istanza perché approvassimo la Regola in tal modo preparata. E noi, seguendo l'esempio di alcuni Nostri Predecessori, ultimo dei quali Leone XIII, volentieri abbiamo deciso di accondiscendere alle suppliche. In tal modo Noi, nutrendo fiducia che la forma di vita predicata da quel mirabile Uomo d'Assisi riceverà un nuovo impulso e fiorirà con vigore, dopo aver consultato la Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari, che ha esaminato con diligenza il testo presentato, avendo tutto ponderato attentamente, con sciente e matura deliberazione, approviamo e confermiamo, con la Nostra Apostolica autorità per mezzo di queste Lettere, la Regota dell'Ordine Francescano Secolare, e vi annettiamo la forza della sanzione apostolica, purché concordi con l'esemplare che si conserva nell'archivio della Sacra Congregazione per i religiosi e gl'Istituti Secolari, di cui le prime parole sono "-Inter spirituales familias-", le ultime "-ad normam Constitutionum, petenda-".
Con la presente Lettera e con la Nostra autorità abroghiamo la precedente Regola di quello che era chiamato Terz'Ordine Francescano Secolare. E stabiliamo che queste Lettere restino ferme e raggiungano il loro scopo ora e nell'avvenire nonostante qualsiasi cosa in contrario
Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l'anello del Pescatore, il 24 giugno 1978, anno 16° del Nostro pontificato.
Nel nome del Signore!
Di quelli che fanno penitenza
Tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente, con tutta la loro forza (cf. Mc 12,30) ed amano il loro prossimo come se stessi (cf. Mt 22,39), ed odiano il proprio corpo con i suoi vizi e peccati, e ricevono il corpo ed il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e fanno degni frutti di penitenza: quanto mai sono felici questi e queste, facendo tali cose e perseverando in esse, perché su di esse riposerà lo spirito del Signore (cf. Is 11,2) e stabilirà in essi la sua abitazione e la sua dimora (cf. Gv 14,23), e sono figli del Padre celeste, di cui fanno le opere, e sono sposi, fratelli e madri del nostro Signore Gesù Cristo (cf. Mt 12,50).
Siamo sposi quando con il vincolo dello Spirito Santo l'anima fedele si congiunge al nostro Signore Gesù Cristo. Gli siamo f ratelli, quando facciamo la volontà del Padre che è nei cieli (Mt 12,50). Madri, quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo (cf. 1 Cor 6,20) per virtù dell'amor di Dio e di pura e sincera coscienza; lo partoriamo con le opere sante, che debbono illuminare gli altri con l'esempio (cf. Mt 5,16).
O come è cosa gloriosa, avere un Padre santo e grande nei cieli! O come è cosa santa, avere un tale sposo, paraclito, bello e ammirabile! O come è cosa santa e come è cosa amabile, possedere un tale fratello ed un tale figlio, piacevolissimo, umile, pacifico, dolce, amabile e sopra tutte le cose desiderabile: il Signore nostro Gesù Cristo, che diede la sua vita per le pecore (cf. Gv 10,15) e pregò il Padre dicendo: Padre santo, conserva nel tuo nome (Gv 17,11) quelli che mi hai dato nel mondo; erano tuoi e tu li hai dati a me (Gv 17,6). E le parole che hai dato a me, io le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute ed hanno creduto veramente che io sono uscito da te ed hanno conosciuto che tu mi hai inviato (Gv 17,8). Prego per essi e non per il mondo (cf. Gv 17,9). Benedicili e santificali (Gv 17,17) e per essi io santifico me stesso (Gv 17,19). Non prego solo per essi, ma anche per quanti crederanno in me per la loro parola (Gv 13,20) affinché siano santificati nella unità (cf. Gv 17,23) come noi (Gv 17,11). E voglio, o Padre, che, dove sono io, siano anch'essi con me, perché possano vedere la mia gloria (Gv 17,24) nel tuo regno (Mt 20,21). Amen.
Di quelli che non fanno penitenza
Tutti quelli e quelle, che non fanno penitenza, e non ricevono il corpo ed il sangue del nostro Signore Gesù Cristo, e vivono nei vizi e peccati e camminano dietro alta prava concupiscenza ed alle cattive brame della loro carne, e non osservano quanto promisero al Signore, e servono col corpo al mondo, ai desideri carnali ed alle sollecitudini del secolo ed agli affari di questa vita: schiavi del diavolo, di cui sono figli e di cui fanno le opere (cf. Gv 8,41), sono ciechi, perché non riconoscono la vera luce, il Signore nostro Gesù Cristo. Non possiedono la sapienza spirituale, perché non possiedono il Figlio di Dio che è la vera sapienza del Padre, dei quali è scritto: La loro sapienza è stata divorata (Sal 106,27); e: Maledetti coloro che si allontanano dai tuoi comandamenti (Sal 118,21).
Vedono e lo riconoscono, sanno di fare il male e lo fanno e così consapevolmente mandano in rovina la loro anima. Aprite gli occhi, o ciechi, ingannati dai vostri nemici: dalla carne, dal mondo e dal diavolo; poiché è cosa dolce per il corpo commettere il peccato e gli è cosa amara farlo servire a Dio; poiché tutti i vizi ed i peccati escono dal cuore degli uomini e da lì procedono, come dice il Signore net Vangeto (cf. Mc 7, 21).
E così non avete niente di buono in questo mondo e non ne avrete per il futuro. E pensate di possedere a lungo le cose vane di quaggiù, ma vi fate imbrogliare, poiché verrà un giorno ed un'ora, che non pensate, che non conoscete e che ignorate; s'ammala il corpo, s'avvicina la morte e così l'uomo muore di una morte amara. E dovunque, in qualsiasi tempo e modo l'uomo muoia in peccato mortale senza penitenza e soddisfazione, se può soddisfare e non soddisfa, allora il diavolo rapisce la sua anima dal suo corpo con tanta angustia e tribolazione, che nessuno può immaginare, tranne colui che ciò subisce. E saranno loro tolti (cf. Lc 8,18; Mc 4,25) tutti i talenti ed il potere e la scienza e la sapienza (2Par 1,12), che credevano di possedere. E lasciano tutto ai parenti ed agli amici e dopo che essi si sono tolti e divisi i suoi beni soggiungono: Maledetta sia l'anima sua, poiché avrebbe potuto darci di più e guadagnare di più di quanto non abbia guadagnato. I vermi (intanto) divorano il corpo, e così hanno mandato alla malora il corpo e l'anima nel breve periodo di tempo di questo mondo, e se ne andranno all'inferno, ove saranno tormentati all'infinito. Per la carità che è Dio (cf. 1 Gv 4,16), preghiamo tutti coloro, ai quali giungerà questa lettera, di ricevere benignamente per amore di Dio queste olezzanti parole del nostro Signore Gesù Cristo, come sopra riferite. E quanti non sanno leggere, se le facciano leggere spesso; e le conservino presso di sé mettendole santamente in pratica sino alla fine, perché sono spirito e vita (Gv 6,64). E coloro che non faranno ciò, saranno tenuti a rendere conto nel giorno del giudizio (cf. Mt 12,36) davanti al tribunale del nostro Signore Gesù Cristo (cf. Rm 14,10).
*) Denominato anche con il nome di Fraternità Francescana Secolare
o con la sigla T.0.F. corrispondente al Terzo'0rdine Francescano.
"-E chiunque osserverà queste cose sia ricolmo in cieto delta benedizione delláltissimo Padre e in terra sia ripieno della benedizione del Figlio
suo diletto con il Santissimo Spirito Paraclito...-".
(Benedizione di S. Francesco)