Ho pensato di riproporre questo articolo,
ad un anno dalla sua pubblicazione,
per mantenere viva l'attenzione
su questi cari fratelli e sorelle di Mostar e
come spunto ,per noi tutti,
per una riflessione sulla Quaresima.
Omegna 9 Aprile 2010
Una Chiesa Capannone,molti bambini,tanto
Cristo nelle mani vuote per non chiedere nulla ,ma aperte per
accogliere;questo, don Kreso parroco di Mostar, ha presentato ,insieme ad un po’
di storia della Bosnia Herzegovina
come non ce la raccontano spesso i mass
media .La Guerra in Bosnia Herzegovina è stata molto più dura di quello che la mente umana ed il cuore dell’uomo possa concepire e sopportare,eppure lo sguardo sereno e forte di
don Kreso ha fatto dire,durante la domanda di una persona del pubblico, al termine della precisa illustrazione fatta della situazione sociologica e territoriale nella quale
vivono quelle care popolazioni,che sembrava di assistere alla visione della prima Chiesa di Roma all’epoca dell’antico impero.
La fede ,la speranza ,che nonostante tutto
quello che ci ha raccontato con una semplicità ed efficacia espositiva tipica
di chi non è abituato a perder tempo,ha fatto comprendere meglio a tutti noi ,quale grazia abbiamo nel poter vivere la nostra fede in una situazione di tutto privilegio, quale la sicurezza
economica e il fatto di non essere, a
tutti gli effetti ,a rischio di divenire minoranza etnica .La richiesta ,sviluppata durante la serata ,che ha toccato vertici di commozione
difficilmente spiegabili se non con
l’esperienza diretta, è stata quella di poter vivere la propria “Identità”Cattolica e Cristiana,che possa esprimersi con una Chiesa che possa accogliere i numerosi bimbi e le loro forti e
meravigliose famiglie.
Non c’era rassegnazione ,come la seppur
minima traccia di odio o rivendicazione ,ma solo il desiderio di vedere Gesù,anche come ci ha ricordato don Kreso ,attraverso le beatitudini evangeliche,nel cercare il merito attraverso l’amare
chi non è capace o è in
grado di amarti ,nello sforzarti di vedere oltre al tuo dolore, il dolore che prima di tutti, dalla Croce ha abbracciato il mondo:Cristo.
Le foto della Via Crucis silenziosa con
migliaia di ragazzi sino alla Montagna che si affaccia sopra Mostar,là dove campeggia una grande Croce (vittima di attentati in passato ndr) ed esistono ancora i mortai dell’assedio
sanguinoso che colpi uomini ,donne
,anziani e bambini,è divenuto un altro momento di grande emozione nei presenti
tutti .
Un pensiero ha invaso le coscienze dei
presenti in quel momento :noi a stento, nella nostra società di benessere e pigrizia spirituale ,riusciamo a motivare i giovani perchè comprendano il senso di essere Cristiani e Cattolici,al di
là degli scandali veri o molto “arrangiati” da una propaganda laicista che vuole il nulla a speranza dei ragazzi,
e questi nostri fratelli ,provati da 400 anni di Invasioni,guerre,dittature,sanno ancora farsi il Segno della Croce con la coscienza di
dirsi Cristiano e Cattolico ,sapendo che quello che esternamente si compie è segnato nel Cuore della Chiesa che attinge da questi veri Testimoni della fede.
La loro coscienza ha la forza per Rialzarsi con Cristo novelli Cireneo che portano anche per noi la Croce che è segno della nostra Vita e
Resurrezione:
il nostro compito è il non dimenticarli .
per maggiori informazioni e aiuti
Zupa Svetog Ivana apostola i evandelista -MOSTAR- Cristo Risorto
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