Benedetto XVI a Etzelsbach: "Maria ci dona sicurezza e nuova forza"

 

 

 

Con la visita al Santuario di Etzelsbach, della diocesi

 

tedesco-orientale di Erfurt, e la celebrazione dei vespri mariani Papa Ratzinger conclude la seconda tappa del Viaggio apostolico in Germania. “«Qui, nell’amata vallata tranquilla» – come ricorda il Pontefice citando le parole di un antico canto di pellegrini – e «sotto i vecchi tigli», Maria ci dona sicurezza e nuova forza”. Secondo i dati ufficiali forniti dalla polizia tedesca, superando ogni aspettativa, sono state novantamila le persone radunate nella spianata di Etzelsbach che hanno accolto con entusiasmo il Santo Padre.

 

 

 

 

 

 

“Lei ci visita – sostiene il Vescovo di Erfurt, Joachim Wanke, nel saluto iniziale rivolto al Pontefice – durante un tempo di grandi cambiamenti. Come cristiani nella Germania centrale, stiamo tentando di precisare nuovamente qual è la missione della Chiesa qui e ora”. “La nostra patria rurale – prosegue mons. Wanke – è stata divisa per decenni da modelli reciprocamente ostili di società. Oggi ci riunisce tutti in stati federali e diocesi, e ci ammonisce a praticare l'unità e la pace”. Papa Ratzinger ricorda i momenti cruciali vissuti in questa terra e l’importanza di aver potuto rintracciare tra le pareti della Wallfahrtskapelle (Cappella del Pellegrinaggio) un luogo per rinnovare la propria fede: “In due dittature empie, che hanno mirato a togliere agli uomini la loro fede tradizionale, la gente dell’Eichsfeld era sicura di trovare qui, nel santuario di Etzelsbach, una porta aperta e un luogo di pace interiore”. Il discorso di Papa Benedetto XVI converge sulla spiritualità iconografica di un’antica scultura della Pietà. A Etzelsbach, infatti, – a cui si lega anche il triste ricordo delle persecuzioni comuniste contro i cristiani – fin dal XV secolo si venera un’immagine miracolosa della Pietà risalente al XVI secolo. “Nella maggior parte delle rappresentazioni della Pietà, – riferisce il Pontefice – Gesù morto giace con il capo verso sinistra. Così l’osservatore può vedere la ferita del costato del Crocifisso. Qui a Etzelsbach, invece, la ferita del costato è nascosta, perché la salma, appunto, è orientata verso l’altro lato”. Questa particolare rappresentazione iconografica nasconde un significato ancora più profondo che Benedetto XVI spiega così: “Nell’immagine miracolosa di Etzelsbach i cuori di Gesù e di sua Madre sono rivolti l’uno verso l’altro; s’avvicinano l’uno all’altro. Si scambiano a vicenda il loro amore. […] Nel cuore di Maria c’è lo spazio per l’amore che il suo Figlio divino vuole donare al mondo”. “In Maria, – ricorda inoltre il Papa – Dio ha fatto concorrere tutto al bene e non cessa di far sì che, attraverso Maria, il bene si diffonda ulteriormente nel mondo. […] Nel momento del suo sacrificio per l’umanità, Egli rende Maria in certo modo mediatrice del flusso di grazia che deriva dalla Croce”. “«Dove c’è Dio, là c’è futuro» – ricorda infine il Pontefice citando il motto di questo ventunesimo viaggio apostolico fuori dall’Italia – dove lasciamo che l’amore di Dio agisca totalmente sulla nostra vita, là è aperto il cielo. Là è possibile plasmare il presente così che corrisponda sempre di più alla Buona Novella del nostro Signore Gesù Cristo. Là le piccole cose della vita quotidiana hanno il loro senso e là i grandi problemi trovano la loro soluzione”.

Con la visita al Santuario di Etzelsbach, della diocesi tedesco-orientale di Erfurt, e la celebrazione dei vespri mariani Papa Ratzinger conclude la seconda tappa del Viaggio apostolico in Germania. “«Qui, nell’amata vallata tranquilla» – come ricorda il Pontefice citando le parole di un antico canto di pellegrini – e «sotto i vecchi tigli», Maria ci dona sicurezza e nuova forza”. Secondo i dati ufficiali forniti dalla polizia tedesca, superando ogni aspettativa, sono state novantamila le persone radunate nella spianata di Etzelsbach che hanno accolto con entusiasmo il Santo Padre.

“Lei ci visita – sostiene il Vescovo di Erfurt, Joachim Wanke, nel saluto iniziale rivolto al Pontefice – durante un tempo di grandi cambiamenti. Come cristiani nella Germania centrale, stiamo tentando di precisare nuovamente qual è la missione della Chiesa qui e ora”. “La nostra patria rurale – prosegue mons. Wanke – è stata divisa per decenni da modelli reciprocamente ostili di società. Oggi ci riunisce tutti in stati federali e diocesi, e ci ammonisce a praticare l'unità e la pace”. Papa Ratzinger ricorda i momenti cruciali vissuti in questa terra e l’importanza di aver potuto rintracciare tra le pareti della Wallfahrtskapelle (Cappella del Pellegrinaggio) un luogo per rinnovare la propria fede: “In due dittature empie, che hanno mirato a togliere agli uomini la loro fede tradizionale, la gente dell’Eichsfeld era sicura di trovare qui, nel santuario di Etzelsbach, una porta aperta e un luogo di pace interiore”. Il discorso di Papa Benedetto XVI converge sulla spiritualità iconografica di un’antica scultura della Pietà. A Etzelsbach, infatti, – a cui si lega anche il triste ricordo delle persecuzioni comuniste contro i cristiani – fin dal XV secolo si venera un’immagine miracolosa della Pietà risalente al XVI secolo. “Nella maggior parte delle rappresentazioni della Pietà, – riferisce il Pontefice – Gesù morto giace con il capo verso sinistra. Così l’osservatore può vedere la ferita del costato del Crocifisso. Qui a Etzelsbach, invece, la ferita del costato è nascosta, perché la salma, appunto, è orientata verso l’altro lato”. Questa particolare rappresentazione iconografica nasconde un significato ancora più profondo che Benedetto XVI spiega così: “Nell’immagine miracolosa di Etzelsbach i cuori di Gesù e di sua Madre sono rivolti l’uno verso l’altro; s’avvicinano l’uno all’altro. Si scambiano a vicenda il loro amore. […] Nel cuore di Maria c’è lo spazio per l’amore che il suo Figlio divino vuole donare al mondo”. “In Maria, – ricorda inoltre il Papa – Dio ha fatto concorrere tutto al bene e non cessa di far sì che, attraverso Maria, il bene si diffonda ulteriormente nel mondo. […] Nel momento del suo sacrificio per l’umanità, Egli rende Maria in certo modo mediatrice del flusso di grazia che deriva dalla Croce”. “«Dove c’è Dio, là c’è futuro» – ricorda infine il Pontefice citando il motto di questo ventunesimo viaggio apostolico fuori dall’Italia – dove lasciamo che l’amore di Dio agisca totalmente sulla nostra vita, là è aperto il cielo. Là è possibile plasmare il presente così che corrisponda sempre di più alla Buona Novella del nostro Signore Gesù Cristo. Là le piccole cose della vita quotidiana hanno il loro senso e là i grandi problemi trovano la loro soluzione”.

 

tratto da

http://www.korazym.org

Scrivi commento

Commenti: 0