Celebrazioni in onore del Venerabile Paolo Pio Perazzo

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Venerabile Paolo Pio Perazzo Terziario Francescano

 

Nizza Monferrato  (Asti) 5 Luglio  1846 Torino 22 Novembre 1911


 

Nel centro storico di Torino vi è la parrocchia di S. Tommaso apostolo, la cui prima costruzione risale al 1100 ca., grande centro di spiritualità francescana, per l’annesso convento che per molti anni fu “Provincia Francescana”, è stata ed è inserita nel grande movimento spirituale che interessò, specie nell’Ottocento e l’inizio del Novecento, la storica città di Torino, che produsse tante figure di altissima santità, operanti specie nel campo del sociale, tanto da meritarsi il titolo di “Città dei Santi”.
Molti personaggi del secolo scorso, attendono il riconoscimento ufficiale della Chiesa della loro santità, alcuni di questi riposano nella suddetta Chiesa di S. Tommaso: le Serve di Dio Giuseppina e Teresa Comoglio, Catterina Lucia Bocchino, il servo di Dio Leopoldo Musso ed il venerabile Paolo Pio Perazzo.
E del venerabile Paolo Pio Perazzo ferroviere alla Stazione di Porta Nuova a Torino, parliamo in questa scheda biografica; per lui vale quanto affermava papa Pio XII: “Oggi non occorrono gli apologeti, ma i testimoni”, riferendosi ai nostri tempi ammalati di soggettivismo, in cui comunque l’uomo continua ad essere l’uomo di sempre, con i suoi pregi ed i suoi difetti.
Paolo Pio Perazzo (come ogni santo) è stato e resta un testimone credibile, perché da laico impegnato, ha consumato in silenzio il suo quotidiano martirio.
Nacque a Nizza Monferrato (Asti) il 5 luglio 1846 e battezzato il giorno dopo nella parrocchia di S. Siro, al nome Paolo fu aggiunto Pio in onore del papa appena eletto Pio IX; nel 1856 e 1867 ricevé la Prima Comunione e la Cresima; la sua grande guida fu lo zio don Carlo, professore di ginnasio che Paolo Pio seguirà nei suoi trasferimenti a Villafranca Piemonte, Moncalvo e Pinerolo e in quest’ultima località, a causa della malferma salute, dopo aver conseguito il diploma ginnasiale, su consiglio dello zio, egli lasciò gli studi e nell’anno dell’Unità d’Italia, il 31 maggio 1861 a 16 anni, entrò come volontario nella Stazione ferroviaria di Pinerolo.
Soprassediamo sui punti di convergenza della sua vita di allora, con la situazione delle non grandi Ferrovie del Regno Sardo, divenute con vari passaggi Ferrovie dello Stato; proseguiamo con il 1° febbraio 1867, quando a 21 anni venne trasferito da Pinerolo a Torino (Porta Nuova) dove resterà per 41 anni.
Il 15 aprile 1908 dopo solo 2 giorni e mezzo di preavviso, venne licenziato scandalosamente senza aver raggiunto ancora il limite di età e a nulla valse il ricorso al Consiglio di Stato; vedremo più avanti il perché, intanto se avesse compiuto la carriera normalmente, avrebbe dovuto raggiungere la qualifica di Capodivisione oppure di Ispettore Capo, invece rimase per tutta la vita un Capoufficio senza avanzamento di carriera e quasi sempre con lo stesso stipendio.
La sua attività di dipendente delle tre Società Ferroviarie fu esemplare, integerrima, pur nel caos spaventoso in cui versavano allora le gestioni, cercò di dare il suo aiuto non badando ad orari, festività, turni, straordinari non pagati; stilò vari Regolamenti che ebbero un’incidenza importante nel futuro delle Ferrovie. Non si tirò indietro quando bisognava difendere i diritti di terzi e degli operai stessi contro le Ferrovie.
Non nascose mai il suo amore per la Fede e per il papa, in quei tempi di persecuzione laico-massonica, i cui esponenti e suoi superiori, conoscendo le sue idee cattoliche e la sua forza spontanea nell’affermarle nell’ambiente di lavoro, non lo favorirono mai, umiliandolo invece, con la promozione ai gradi superiori di giovani che lui stesso aveva introdotto nel lavoro ferroviario.
Il suo tempo libero fu impiegato con entusiasmo aderendo al “Circolo Giovanile Valfré”, in cui confluiva la migliore gioventù torinese, divenendo una sorgente di proposte e un animatore di iniziative apostoliche e benefiche.
Attraverso le Conferenze di S. Vincenzo e degli Operai Cattolici, poté interessarsi dei poveri. Convinto dell’importanza della ‘buona stampa’, collaborò con s. Leonardo Murialdo per la fondazione del settimanale “La Voce dell’Operaio” con il quale si potevano diffondere i principi sociali enunciati dall’enciclica “Rerum Novarum” di papa Leone XIII.
Promosse una “Lega Mondiale degli Scrittori Cattolici” suddividendoli in tre categorie: scienze, lettere ed arti, giornalismo; egli stesso scrisse innumerevoli scritti pubblicati anonimi; fondò un Bollettino mensile che dopo varie denominazioni, nel 1885 si chiamava “Crociata”, la maggior parte degli articoli del “Bollettino Eucaristico” furono opera del suo cuore.
Anima di tanta attività era la preghiera, la meditazione della Parola di Dio, l’Adorazione del SS. Sacramento nelle chiese di S. Secondo, S. Tommaso e S. Maria di Piazza; inoltre aveva una vivissima devozione verso la Madonna.
Completò il suo vivere di fervente cristiano, entrando il 19 marzo 1875 come Terziario nella Fraternità Francescana di S. Tommaso, che come già accennato era numerosa e ben organizzata, anche per la presenza di tanti frati e frequentata da tante sante figure dell’epoca, come s. Giovanni Bosco e s. Giovanni Murialdo.
In difesa del papa si scontrò varie volte con le forze ostili massoniche (era iscritto alla Lega antimassonica); divenne impegnatissimo nella raccolta dell’Obolo di san Pietro e il suo nome compariva fra i maggiori offerenti di ogni anno e questa fu la causa del mancato avanzamento di stipendio: Il “papalino Paolo Pio Perazzo” avrebbe donato l’aumento al papa.
Innamorato dell’Eucaristia, centro e fonte della sua vita interiore, accogliendo il desiderio delle Serve di Dio le sorelle Teresa e Giuseppina Comoglio, diede vita ad una nuova Associazione, chiamata “Adorazione Quotidiana Universale Perpetua”, che avesse due intenzioni: ‘risarcire’ Cristo delle offese ricevute e ‘placare’ la divina giustizia.
Dalla esuberanza del suo amore per Gesù Eucaristia, nacque l’Associazione dei ‘Paggi del SS. Sacramento’.
L’Arciconfraternita dell’Adorazione Quotidiana Universale Perpetua venne approvata dall’Arcivescovo di Torino il 23 aprile 1892, fissandone come sede primaria la parrocchia di S. Tommaso; come direttore spirituale il parroco Enrietti e approvando lo Statuto compilato dallo stesso Perazzo, che ne diventò Presidente.
Con il beneplacito dei papi Leone XIII e s. Pio X, l’Arciconfraternita con lo zelo di Paolo Pio si estese sorprendentemente prima in tutta Torino, poi anche in altre Diocesi anche straniere. La benemerita storia della Arciconfraternita continua ancora oggi, viva e fortificante, venne approvata definitivamente dal papa il 22 novembre 1911, ma Paolo Pio Perazzo che aveva tanto chiesto ciò, nell’udienza papale del 28 ottobre precedente, non poté saperlo perché proprio quella notte del 22 novembre a Torino, quasi un’immolazione, la sua vita terrena cessò, dopo la triste avventura di una morsicatura di un cane rabbioso, avvenuta proprio a Roma il mese precedente.
La sua salma fu trasportata e sepolta a Nizza Monferrato, nella tomba di famiglia. Il 30 gennaio 1925 si aprì a Torino il Processo Ordinario sulla vita, le virtù e la fama di santità del Servo di Dio. Il 19 marzo 1953 le sue spoglie furono riportate, giungendo a Porta Nuova, nella chiesa di S. Tommaso a Torino e deposte in un sarcofago; il 6 aprile 1998 fu proclamato ‘venerabile’ con il riconoscimento delle sue virtù eroiche, da papa Giovanni Paolo II.
A causa della ristrettezza dello spazio disponibile, non si può aggiungere altro in questa scheda, ma gli aspetti spirituali, di lavoratore, di organizzatore, di laico impegnato, sono tanti che si rimanda per un approfondimento biografico alla parrocchia di S. Tommaso di Torino.


Autore: Antonio Borrelli

 

 

tratto da www.santiebeati.it

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