Dalla Chiacchiera alla calunnia:il breve percorso della leggerezza che diventa danno per il prossimo e peccato.

Pensando a Sant’Antonio da Padova e alla sua lingua incorrotta (così come tutto l’apparato vocale ndr) è facile fare un collegamento con quello che di Santo si può fare con una parola (con Sant’Antonio con La Parola, ovvero il santo Vangelo, è stato predicato ovunque gli era consentito di andare…) e quella che, in un primo momento, può sembrare una chiacchiera innocua ,ma invece si trasforma ,come il sassolino man, mano, che scende a valle e  raggiunto il suo obbiettivo , diventa valanga distruttiva.

Ai giorni nostri ,spesso,la Chiacchiera viene quasi riabilitata ,vedi la parola “Gossip” che fa capolinea in ogni rivista patinata,nobilitandola con personaggi che fanno di tutto per apparire ,non importa come.

Questo ha fatto sì , però, che si sia ,come in altri campi,persa la percezione del danno che una parola “buttata li” può arrecare a delle persone ignare e vittime di quella che diventerà,proprio come il sassolino ,la valanga che li sommergerà al termine della sua corsa .

Già nell’Antico Testamento,si citano dei casi dove la Chiacchiera ,sostenuta dall’omertà del “si dice che “ ,diveniva un arma micidiale nel momento stesso in cui diventava calunnia e così infrangeva anche l'ottavo Comandamento Divino  “Non Pronunziare falsa testimonianza contro il tuo prossimo".

 Esempio emblematico si trova nel racconto di “Susanna e i vecchioni”,dove la bella e retta Susanna,per non sottostare alle “proposte indecenti” dei “Vecchioni”,ovvero due esponenti anziani di spicco della comunità ,viene condannata alla lapidazione,poiché viene detto di lei che aveva una relazione extra coniugale. Sarà il più giovane Daniele,libero dai condizionamenti e puro di cuore, che assistendo ad una tale infamia e soprattutto ispirato dal Signore,farà cadere in contraddizione i “Vecchioni” con la stessa loro lingua.

Ma entrando nel particolare della vicenda, si evince un clima della già citata omertà, spaventoso,poiché altre donne ,prima della bella Susanna ,avevano ceduto alle pressioni e se ne rimanevano in silenzio per paura .

Il meccanismo infatti, della Chiacchiera ,diventata ormai adulta e quindi Calunnia, è sottile ma in fondo da millenni sempre lo stesso .

Spesso, chi ispira la Chiacchiera, lo fa per invidia,ripicca, o per una incapacità propria di apprezzare la vita della “Vittima” incolpevole .

In  seguito la Chiacchiera arriva alle orecchie di chi cerca un protagonismo ingiusto, eleggendosi a Paladino/a della verità e spesso della morale ,e ,molto frequentemente, questo o questa Paladina veramente produce nelle “aggiunte alla Chiacchiera” tutto quello che in realtà la sua anima proietta, proprio come il beato Doroteo dice nello splendido racconto breve :”Da ogni cosa volendo possiamo,volendo, trarre danno o utilità. Prendiamo l’esempio di un uomo che,di notte e in un luogo solitario,sia osservato successivamente da tre uomini:il primo penserà che il solitario aspetti qualcuno per prostituirsi,il secondo lo scambierà per un ladro ed il terzo lo crederà un ignoto che attende un amico per recarsi nella vicina Chiesa a pregare. Guardate quindi:tutti e tre hanno veduto lo stesso uomo,nell’identico luogo,non hanno pensato allo stesso modo di lui,ma tutti e tre hanno proiettato sul solitario la loro situazione personale . “

In tutto questo parlare a vanvera ed imprudente, si insinua il male che trae un enorme vantaggio da queste situazioni ,spesso portando la vittima alla disperazione e il colpevole alla colpa grave ,dice infatti, Massimo il Confessore:”Non devi considerare amici coloro che ti procurano con le loro parole tristezza ed odio nei riguardi dei fratelli,anche se dicessero il vero. Devi evitarli come fossero serpenti velenosi. Così facendo li fermerai nella loro azione e salverai la tua anima da simile malvagità”

Non di rado ,anche in passato ,nascere particolarmente bella in un paese piccolo equivaleva ad una disgrazia e spesso ad una condanna vera e propria,poiché la poveretta,additata da chi frustrata non era in grado di apprezzare a pieno quella bellezza ,veniva accusata delle pratiche più strane fino a portare la poverina alle conseguenze più devastanti  e quante accuse di stregoneria si sarebbero potute evitare se quei “fedeli” avessero ricordate le parole del Salmo 14

” Signore chi abiterà la tua tenda?

Chi dimorerà sul tuo santo Monte?

Colui che cammina senza colpa ,agisce lealmente,

Chi non dice calunnia con la sua lingua,

non fa danno al suo prossimo

e non lancia insulto al suo vicino.”

 

Anche la Resurrezione di Gesù fu oggetto di Chiacchiera o meglio,come viene scritto nel Vangelo MT 28,15 ,di diceria,allorché i fautori della Condanna di Gesù,non ammettendo la sconfitta con la Resurrezione di Cristo ,pagarono dei mentitori di professione perché dicessero il falso sull’evento che avrebbe cambiato l’umanità . Ma ancora prima nel processo,davanti al Sinedrio si trovarono testimoni falsi…

Molti Santi, in seguito,vedi Santa Caterina da Siena che soffrì moltissimo per le calunnie e San Padre Pio ,dovettero patire enormemente per le calunnie.

Molto insidiose sono quelle chiacchiere che scaturiscono dall’Invidia sulla grazia altrui,gravissimo peccato, che spesso viene ignorato e i casi di questi Santi lo insegnano benissimo.

Capita, infatti, che quando una persona diventa motivo di attenzione per i meriti di grazia che il Cielo le può accordare , questa diventi immediatamente oggetto di competizione ,quasi a mettere questa persona in ombra (Ricordiamo San Paolo quando ammoniva i fedeli nella lettera ai Romani -12 dicendo: “Gareggiate nello stimarvi a vicenda”)o se non si riesce nell’eliminare questa persona pian, piano,con la diceria a “goccia” ,cioè quella che col veleno che produce è in grado di scavare veri e propri fiumi carsici di calunnie,non espresse spesso, apertamente ,non per pudore, ma per timore di essere scoperti in tale meschinità .

Ma tornando alla Chiacchiera ,c’è un altro aspetto che i Padri del Deserto mettevano in evidenza: il non ascoltare, qualunque cosa fosse proferita a danno di qualcuno ,nemmeno se quella persona fosse realmente un peccatore .

Capita invece che l’interlocutore abbia l’occasione,ascoltando la Chiacchiera, pre calunnia,di far emergere il proprio io ,con un ego che gli mostrerà solo l’utilità del propagare alla “leggera” certe sciocchezze che ,al passaggio successivo ,si appesantiranno ancora di più di particolari inventati ,atti a distruggere il poveretto o poveretta ..

Un altro caso degno di nota, fu quello di Santa Marina che nacque in Bitinia tra il 714-15 circa in una regione dell’Asia minore.

Per seguire il Padre Eugenio, che aveva deciso di diventare Monaco ,alla morte della moglie,divenne Monaco lei stessa ,sotto mentite spoglie. Riuscì per amore di suo Padre ,e del desiderio di servire il Signore,rimanendo accanto al genitore ,a celare per anni ai confratelli la sua identità,fratelli che veneravano il “Fratello” frà Marino, perchè irreprensibile e buono ,fino a ché ,la Santa fu accusata dalla figlia “vivace” di un Oste di nome Pandasio, da cui i monaci pernottarono una notte,di averla messa incinta e di esserne il responsabile .

Santa Marina non si difese ,come sarebbe stato utile nella logica dei nostri tempi,ma rimase in silenzio e si fece cacciare dal superiore, continuando a vivere in una grotta attigua al convento cibandosi di erbe e vivendo di elemosine . Dopo anni di stenti ,riammessa al convento ,dove che anche i confratelli che erano scettici da tempo sulle calunnie la riaccolsero,nel frattempo, col bambino abbandonato dalla figlia dell’Oste, per il dolore che si può ben immaginare ,sostenuta solo dalla preghiera, la sua vita al termine, a causa delle privazioni ,si spense in Santità.

Si scoprì la verità,al momento della composizione del corpo ,per la sepoltura e dunque in maniera lampante la calunnia venne svelata,con l’ultimo Miracolo: la conversione,con la liberazione,della figlia dell’Oste.

Per concludere ,attingendo sempre ai Padre del Deserto c’è un altro episodio bellissimo su cui riflettere, dice Anastasio il Sinaita:” una volta un monaco megaloschima (uno dei più alti gradi monastici ,ndt),che aveva vissuto in modo imprudente e con pigrizia spirituale,si ammalò gravemente. Pur conscio di trovarsi vicino alla morte,non aveva timore ma,al contrario,l’aspettava con gioia e trepidazione.

Un rispettabile confratello,fra quelli che assistevano all’agonia,gli disse allora:”Credici ma non riusciamo a capire come tu possa essere noncurante in un ora simile ,dal momento che hai trascorso tutta la vita in negligenza e pigrizia”.L’altro rispose:”E’ vero,padri venerabili,la mia vita è trascorsa proprio come avete detto e proprio ora gli angeli di Dio mi hanno portato il manoscritto dei miei peccati e me li hanno letti a partire da quando sono divenuto monaco. Mi hanno chiesto se li ricordassi e io ho risposto di si. Ho completato il mio discorso aggiungendo che non ho mai giudicato nessuno e non ho mai mostrato malevolenza verso alcuno,pregando di poter attuare le parole divine che dicono “non giudicare se non vuoi essere giudicato”.Ebbene, miei cari confratelli,appena ho detto queste cose agli angeli,essi hanno stracciato immediatamente il manoscritto dei miei peccati. Adesso posso andare verso Cristo con molta gioia e senza pensiero alcuno”.  

GL

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